di Michele Scardi Eugenio Fresi ci ha lasciato, il 3 ottobre 2010, per la rapida ed inarrestabile recrudescenza di un male che solo pochi mesi fa sembrava essere stato domato. Se ne è andato a soli 67 anni, mentre era più impegnato che mai su tanti fronti e con tanti progetti per il futuro. Per coloro che lo conoscono da sempre, da quando era un giovane ricercatore pieno di qualità e di entusiasmo, non sono necessarie molte parole, ma ricordare i momenti salienti del suo percorso scientifico e professionale è doveroso nei confronti di chi è abbastanza giovane da non aver vissuto quel periodo. Eugenio nasce il 24 agosto 1943 a Torino da una famiglia originaria di Palau, in Sardegna. Qui trascorre gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza per poi trasferirsi a Roma, dove intraprende gli studi universitari e si laurea con lode nel 1966 con una tesi sugli Isopodi, relatore il prof. Montalenti. L’anno successivo vince una borsa di studio del CNR e si trasferisce a Napoli presso la Stazione Zoologica “A. Dohrn”, dove lavorerà per i vent’anni successivi. In questo prestigioso Istituto, frequentato da tanti ricercatori di spicco e premi Nobel, Eugenio si rivela subito uno dei più promettenti giovani ricercatori operando attivamente sia sul campo che nell’innovazione dei metodi e delle tematiche di ricerca, con interessi scientifici che dalla sistematica degli Isopodi si allargano rapidamente a tutta la biologia marina. Eugenio è uno dei primi a fare immersioni scientifiche in Antartide, molto prima che si stabilisca una presenza italiana stabile in questo continente. La sua passione per l’attività subacquea è stata inoltre fondamentale per le numerose ricerche svolte in Italia, nel Mediterraneo e nel Mar Rosso, oltre che nel mare dell’isola d’Ischia, dove Eugenio lavora dal 1968 al 1987 presso il Laboratorio di Ecologia del Benthos della Stazione Zoologica “A. Dohrn” di Napoli. Sotto la sua guida, dal 1976 al 1985, il Laboratorio diventa un luogo di incontro per decine di ricercatori italiani e stranieri, molti dei quali ancora oggi ricordano i loro soggiorni a Ischia per l’atmosfera unica che Eugenio aveva saputo creare, sia dal punto di vista scientifico che dal punto di vista umano. In quegli anni nasce il suo grande impegno nella ricerca sulla Posidonia, cifra fondamentale della sua carriera scientifica, e nell’applicazione delle più avanzate tecniche statistiche multivariate all’analisi dei dati ecologici. In entrambi i campi, ma non solo in questi, Eugenio è stato un profondo innovatore a livello nazionale e internazionale, come testimoniano i numerosi riconoscimenti che gli sono stati tributati. In questo prolifico quanto intenso periodo, Eugenio inizia anche ad assumere incarichi esterni al suo Laboratorio, sia di carattere scientifico o professionale, sia di supporto delle Istituzioni. Alla fine degli anni ’70 è segretario e tesoriere della Società Italiana di Biologia Marina e Assistant Editor della rivista PSZN Marine Ecology oltre ad essere responsabile di svariati progetti di ricerca nazionali ed internazionali. All’inizio degli anni ’80 affianca alla sua attività di ricercatore quella di docente universitario, come professore a contratto di Biologia Marina presso l’Università di Sassari. Questa seconda vocazione, che da allora avrebbe sempre seguito, lo porta dopo qualche anno a lasciare la Stazione Zoologica per l’Università, quando nel 1987 diventa professore ordinario di Zoologia presso l’Università Federico II di Napoli. Da qui, nel 1990, si trasferisce all’Università di Roma Tor Vergata, dove ha insegnato dapprima Zoogeografia e poi, ininterrottamente dal 1991 ad oggi, Ecologia. Il trasferimento a Roma prelude a una sempre più stretta collaborazione con le Istituzioni, in particolare con il Ministero dell’Ambiente, per conto del quale assume numerosi incarichi nel corso degli ultimi vent’anni. Fondamentale il contributo scientifico di Eugenio nelle molte attività del Ministero rivolte al mare, dalle Aree Marine Protette al Monitoraggio Marino Costiero. Altrettanto intensa è la partecipazione di Eugenio alla vita del CoNISMa sin dalla sua nascita, come testimoniano il coordinamento di progetti, la realizzazione di numerose iniziative che hanno avuto come riferimento il Ministero dell’Ambiente e la partecipazione al Consiglio Direttivo e alla Giunta Amministrativa. Dopo 40 anni di attività svolta sempre al massimo livello, Eugenio raccoglie nel 2006 una nuova sfida, iniziando a collaborare con l’Accademia Navale di Livorno. Qui insegna Ecologia Marina agli allievi ufficiali del corso di Laurea Specialistica in Scienze del Governo e della Tutela del Mare e promuove la nascita di un gruppo di lavoro attivo su questa tematica, dotato di personale, mezzi e strutture di prim’ordine. Anche in Accademia, così come altrove, Eugenio lascia molti amici ed allievi che hanno avuto il privilegio di imparare da lui ad affrontare il proprio lavoro con rigore, con passione e con sempre rinnovata curiosità. Chi scrive queste righe ha avuto forse più a lungo di chiunque altro questo privilegio, attraverso 35 anni di lavoro e di vita, e dunque tradurre in parole quanto Eugenio ha saputo trasmettergli in così tanto tempo sarebbe impossibile e comunque riduttivo. Da lui, fra tante cose, ha imparato a non smettere mai di imparare e per questo ne porterà per sempre molto di più che un caro ricordo. Michele Scardi. La famiglia Fresi ringrazia sentitamente i tanti amici e colleghi di Eugenio che in questi giorni hanno inviato messaggi di cordoglio. |